Capraia è una delle perle del Parco nazionale dell'arcipelago Toscano, affacciata tra l'altro sul Santuario dei Cetacei. Ma se lo scenario naturale è una ricchezza condivisa con altri luoghi dell'arcipelago, Capraia ha un primato che la rende unica nel Mediterraneo: è l'unica isola al 100% a energia rinnovabile, visto che l'intero fabbisogno di elettricità della comunità residente è soddisfatto da un impianto pilota dell'Enel alimentato a biodiesel. Ed è partendo da questo record che parte il progetto "Capraia smart island".
Il progetto parte dal basso perché l'idea è nata da un gruppo di residenti ed è quella di allargare il percorso di decarbonizzazione dell'economia, estendendolo dal piano energetico a tutte le attività e i servizi dell'isola: e dunque arrivare alla gestione sostenibile dell'edilizia, della mobilità, del ciclo dei rifiuti, dell'acqua, dell'agricoltura, della pesca, del turismo e del porto. L'obiettivo finale è quello di raggiungere un equilibrio 'perfetto' tra le attività dell'uomo e l'ambiente naturale, ma soprattutto quello di realizzare un modello virtuoso che sia esportabile e replicabile sulle altre isole minori del Mediterraneo e su scala globale.
Quest'anno , il secondo incontro è previsto per il 19/ 20 Maggio con un incontro sull'isola al quale parteciperanno esperti e tecnici appartenenti alle maggiori associazioni, enti di ricerca, università italiane, ma anche imprenditori in una sorta di "officina delle idee" che discuterà di bioeconomia reale e delle soluzioni tecnologie concrete per portare avanti il progetto. Dopo il primo tavolo di discussione, che si terrà sul traghetto durante il viaggio, sull'isola si terrà poi un convegno di informazione rivolto alla popolazione. In seguito gli esperti si divideranno in gruppi di lavoro specifici per settore, mirati all'elaborazione di singoli progetti pilota su energia, mobilità sostenibile, efficienza energetica degli edifici, rifiuti, agricoltura, pesca ed ecoporto.
Il primo passo del progetto è stato creare un gruppo di lavoro al quale partecipano soggetti pubblici e privati, coordinato dall'Associazione Chimica Verde Bionet (CVB) e composto anche da ITABIA Italian Biomass Association, Kyoto Club e dall'Istituto dell'Inquinamento Atmosferico del Cnr, in collaborazione con esperti tra cui la Dg Energy dell'Unione europea. Le diverse componenti del gruppo di lavoro avranno anche il compito di fornire le proposte per le soluzioni tecnologiche da utilizzare ai fini del progetto, sempre tenendo presente che le strategie scelte dovranno 'rivoluzionarè gli stili di vita e la gestione delle risorse e dei servizi conservando l'equilibrio uomo-ambiente. Nel team sono presenti anche consulenti per il reperimento delle risorse, perché si possano 'calendarizzarè gli interventi sul medio periodo e i passi avanti del progetto beneficiando di bandi di finanziamento comunitari, nazionali e regionali.
( Repubblica)